Poesie di Salvatore Armando Santoro. Cotechino e lenticchie. Mi perdo per questi sentieri di fluoro,virtuali,ormai quasi spenti. Scandaglio i tuoi versi,estraggo pensieri, deduco emozioni,sensazioni,per capire se ancora parli di meo di un morto vivente! Povero uomo al confine,che consumi un pasto frugale,un avanzo di ieri,io avanzo da sempre. Cotechino e lenticchie,un pezzo di grana,un bicchiere di rosso,un'arancia che incido e poi sbuccio,mentre scrivo dei versie tra uno spicchio ed un altro ti penso. Scopro la polpa, in parte stopposa,gusto solo quella succosala rapporto al mio amore,esteriormente insecchito,ma dentro ancora vivido e vero. E mi chiedo del sensodi questo mio correre invano,inseguendo un sogno, pazzo, lontano,un sogno che sa di stella ormai mortache ha pure la voce del tempo ormai corta. ![]() Al termine Ecco nel buio ora arrancoti tendo la manomi spiano, gia' sbando,a te rivolgo lo sguardo mio stanco! E che serve parlare,con chi pensi di andare,se sei sorda e non sentio sei cieca e non vedi? A = 1,nuove iniziative, 4, vederla scritta o scriverla: novita' piacevoli, 77. ABATE = 27, esserlo: contrasti, 48, in un luogo pubblico: pericolo evitato, 47, che ci. Mentre una leggenda vuole che la chiesa sia stata eretta su un preesistente antico tempio dedicato alla dea Iside, un'altra, riportata nel 1623 da Cesare d. ![]() Prima imprechi e straparli,poi ripensi,ti penti! A chi serve il tuo piantonon intendo i lamentisono larva, gia' strisciocerco l'alba ed il solementre affogo nel fangoson sommerso dal piscioed invano io piangonon c'e' orecchio che intendanon ce voce che finganon c'e' mano che stringala mia mano ormai morta. Non c'e' voce che intoniun bel canto d'amorec'e' soltanto il terrorequesta strana pauradella notte che avanzadel mattino che tardadi quel buio che affliggeche ogni cosa sommerge,di quell'onda ignorata,tante volte temuta,che m'affoghi nel limoche distrugga ogni cosache poi tolga alla rosaogni tenuo coloreche disciolga l'odoree mi lasci le spinedentro il cuore a irritare,mi lasci il doloreche non puo' piu' lenire,che non puo' piu' cessare. Tendente a.. La morte e' qui,a fianco a me s'aggira,sento il respiro suo sulla mia schiena,avvolge queste membra vecchie e stanchemi vezzeggia e spaventa,m'accarezza. L'ombra sua scivola su queste mura bianche,si siede calma al mio camino spentolo sguardo gira con l'occhio pigro e lento..... La vedo, mi circuisce,stancamente sorride e non mi guarda,la prego di accarezzare la mia pelledi togliere pian piano il suo caloredi darmi lieve tutto il suo torporech'io m'addormenti pigro con nel cuorel'immagine sbiadita d'un amoreche nel mio petto vive anche se stintoche la mia mente allietaanche se estinto. Epilogo. Quando il mio visonon passer. Nei prossimi giorni arriveranno gli altri. Raggi)Sotto quei raggisole splendente scaldaluce riflessaogni collina indoraverde riluce ognora. Brandelli di cuore. Senza pi. 1. Giorno che sorgesole splendente scaldail mare rugge . L'onda s'alza sprezzantela scogliera infrange. Tanka N. 2(La Luna)Pallida splendecuore nuovo avvincelieve tepore. Il sentimento salenuovo sole dipinge. La razza. La razza . La mente martoriata dal tormentoal brio apr. Ogni voce malignaormai ristagna,ogni pensiero amaroora nel cuore . Una notte di luna. Tre anni di lacrime amarepensando,guardando da un poggio rocciosoun angolo quieto di mare,una baia antica,un vecchio porto romanosommerso dal mare,abbracciati nel buio silentecon le dita incollate alla mano. E tutte le volte il tormento,ricordare i suoi baci,al tenue chiarore lunarecarezzati da un piacevole vento grecale,ascoltare le solite frasiinfarcite d'amore, condite d'addio,ed immobili il mare guardare,speraredi trovar un pretesto all'obblio,per fare sortire dal cuore le spineche tanto dolore m'han dato,che tanta passione han portato. Ed ora son solo a pensare,a ricordare una notte serena di luna,da poco passata,a leggere adesso solo odio e rancoreascoltando parole stracolme di fango e velenoche rendono insonni le notti,quelle notti passate a chattare,amori proibiti e sognare,scrivendo parole indecenti,che ora sono lontane, sono scordate, sono assentida questo schermo abbuiatoche anche il mio nomeper sempre ha oramai cancellato. Divorzio di stato. Quante storie, quante balle,quante inutili parolee che sterili discorsi: se il divorzio ! M'ha guardato vedendomi confuso,ha provata a capir cosa mai avessi,lei intender non poteva il mio dolore,non conosceva il dramma ch'io vivevopensava fosse solo noianon sapeva che ancora m'illudevo. Mi illudevo di risentir la sua vocechiamarmi per capir come vivevoin questa casa vuota e senza amoredove solo il silenzio m'accompagnacome lo sciabordio d'un'ondache sulla rena scivola e ristagna. Ora dorme tranquilla, io sono fuori,bandito dal suo cuor, dai suoi pensieri, turbato resto per il gran doloreperch? Semplice passione? Ora sto riprendendo il mio cammino,tornato . Abbandono. Leggo le tue poesie,impazzisco a cercare una frase che mi appartenga,una parola che mi addolcisca la malinconia. Questo pomeriggio solitariomi fa perdere ogni speranza. Ti rincorro nei portali,ti cerco,ti imploro. La mia solitudine affogadavanti a questo schermo mutoche non regala neppure una carezza. L'amore . In Chiesa potrai andarci mille sere per il perdono non servono preghiere! Se hai fatto bene quello sempre resta e rimarr. Ma se male nel mondo hai seminato male con male ti sar? Ma noi insisteremo a dare l'amore perch. E quando il tempo di bianco le loro coscienze empir. Ti odio. Non ti odio perch. Illustro,come in una copertina disegnata da Molina,i vostri tradimenti. Vi tratteggio con l'amante che spara con una beretta calibro 9e con la vostra figura che traballae rimane a mezz'aria. Scopro la volgarit. La sfida 1)Devo provaread avventurarmi sul lago ghiacciatoscivolando con incoscienzafino al limite del cartello. La sfida 2)Quando la morte avr. Ansia)Cosa mi toccher. Autoconvinzione)Ho avuto la forzadi provare a me stesso che era possibile. Non vi . 5 (Il sogno)Ora basta! Svegliati stronzo e smettila,piantala di irretirti e di irretirmi. Ma non t'accorgidi quanto buffa sia la vita? Dai il massimo per produrre il minimo. Dai tutto te stessoe cosa poi raccogli? L'infedelecontinua a giocar la sua partitasu due campi di calcio contrapposti. Il vecchio e il giovanesi contendono la preda,e la preda li irride,motteggia ambeduee nuovi brividi rincorre,mai sazia e sempre nuove emozioni vuol provare. Un nuovo trofeo alla sua lista aggiunge,nuove lacrime scorrono,nuova ansia cagiona, nuovo agonismo sale. Per cosa poi? Il bottino sembra poco adeguatoal sacrificio di energie investite. Intanto il tempo passa,la mia carne, e la sua, sfiorisce lentamente,l'eccitazione vien meno, piano piano decresce,alla fine t'accorgi d'aver corso per nullad'aver sofferto solo per un sognoche basa ogni sua essenza sul ricordo. Sonetto n. 6 (Riflusso)Forse avevo bleffato,in fondo il tuo corpo non mi diceva nulla,anzi dopo un amplessoprovavo un senso di nausea,di sconforto. Trovavo mille scuse per allontanarti da me,spulciavo nella tua coscienza per farti star male. Involontariamente forse t'ho umiliata. Mi dava fastidio quel tuo goderee non ricambiare l'affetto. Anche la giovane che aveva preso il tuo postoforse valeva meno di te. Tu fingevi da una partee lei simulava dall'altra. Non ho capito il perch. Repressione)Avevo rivoltato la tua pelle,avevo letto il tuo animoe giocavo come il gatto col topo. Sapevo che ero lontano dai tuoi pensierie cercavo di capire cosa ti spingessea giacere nuda, con le gambe allargatee la vulva aperta,a farti toccare da chi non amavi. Sentivo i tuoi umori sgorgare abbondanti; come un'adolescente ti lamentavie riempivi di lividi le mie braccia. I tuoi baci diventarono irriverenti,le tue carezze pi. Eri prima repressa,lo rimani tutt'ora. Le angosce non si cancellano in una notte. E donna non lo sarai mai! Sonetto N. 8 ( Il viaggio)Ho provato a scalare la vetta,i miei scarponi erano inadeguati,il bastone che mi sosteneva fragile. Ho puntato tutto sulle mie gambe,pensando che avrebbero sostenutoil peso del corpo e dello zaino. La strada non era delle pi. Il gioco)Mai come in questi momenticorteggio la morte. La guardo fisso negli occhi,ci squadriamo quasi a sfidarci: io che l'aspetto e lei che indugia. E non vi . Ci penseranno gli altri. Come formiche porteranno via le mie carte,un viaggio dietro l'altro,con pacchi e faldoni tra le mania deporre in auto nei sedili reclinati. Tutti i miei libri impacchettati,legati, stipati,prenderanno la via d'un contenitore. L'amore 1)Quando la mortesi sar. Usata)A tua insaputa ti ho usata. Sentivo la tua vocefiltrare dalla cornettae accarezzarmi il corpo. La mano, nuda, correva sulla pelle,lieve accompagnava l'erezione. Che estasi provavomentre gli occhi chiudevoed inseguivo il tuo parlare lontano. Neppure immaginavi! Il mio ricordo indugiava sulla tua pellee ti chiedevo in quale stanza fossi,come stessi seduta e cosa tu facessi,il vestito che indossavi,il colore delle calze e delle tue mutande. Ti stavo spogliando a tua insaputa. Sonetto N. 1. 3 (Autoanalisi)Io non sono pi! Ah, i miei errorisi sono ripetuti stancamente. Impassibile ho esclamato mille volte. Le idee)E si, le mie idee! Quali idee? La troppa esperienza a volte ti ubriacae le delusioni ti mortificano. Gli ideali cambiano e ti razionalizzano. E poi come spiegare certe cose? Una vita non si compendia in una discussionedove gli attoriosservano il mondo da due ottiche diverse. Se poi c'? Le mie stille di rugiada chi le raccoglierebbe? Chi avrebbe la pazienza di curarle? Chi di conservarle aspergendole per mantenerle in vita? Teide. Tu sei una donna immonda,sappiche il mio rancore e il mio disprezzoti faranno a lungo compagnianegli impervi sentieri della vita. Tu vuoi far pensar di non sapere,Ma tu fingi sempreorgasmo e amore simuli e non dai. Sei falsa per naturae lordi ogni cosa,tutto quello che tocchi e che avvicini. Come una blatta schifosa,da schiacciare,offuschi le cose splendenti della vita,affetti e amore vuoi sperimentaresolo per il piacer di trasgredire,solo con il pensier di far soffrire. Quello che sei, lo sai! Tu credi d'esser pura,d'essere innocente,ma immonda resti e sei. Te stessa inganni! Ma ormai ti conosciamo,una Teide sei, ma d'occasione,col chiodo fisso della trasgressione,amore non conoscie non lo dai,affetto tu non provie non avrai. Lettera 2. 2Tic tac,tic tac. Pensieriparoleopere.(a capo.
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